1. Materiali costitutivi
Muratura in pietra e mattoni
Nelle zone dove manca l’intonaco si può vedere una muratura costituita prevalentemente di conci da pietra calcarea ed anche mattoni, come per esempio alla base delle spallette d’ingresso al vano A (ambiente nord del braccio centrale).
Intonaci a marmorino, in parte decorati
Tutte le pareti e quasi tutte le volte sono coperte di un intonaco a marmorino, che consiste in vari strati di arriccio come preparazione ed almeno 3 strati di intonachino sempre più grasso (cioè con più calce) verso l’esterno.
L’intonachino è composto di grassello di calce come legante e di polvere di marmo come inerte.
In superficie il marmorino va tirato a specchio, e questo gli conferisce delle caratteristiche simili a un marmo microcristallino: compattezza, idrorepellenza, resistenza.
Resti della pavimentazione a esagonette (laterizi) e a mosaico (tessere di pietra)
Dei pavimenti originali sono rimasti solo alcuni lacerti di una pavimentazione a mattonelle esagonali di terracotta e di una a mosaico con tessere in pietra bianca.
Vari frammenti architettonici e decorativi in pietra
Nei vani A, B e C sono esposti frammenti architettonici e decorativi in marmo e pietre calcaree locali.
2. Stato di Conservazione e cause del degrado
La muratura, vista superficialmente, sembra abbastanza ben conservata. E’ comunque costantemente umida, se non bagnata, e non solo dopo forte pioggia. L’umidità perenne aggredisce per prima la malta e il laterizio con l’apporto di sali che indeboliscono la struttura del materiale fino alla polverizzazione.
Strettamente collegato con lo stato della muratura sottostante è il degrado del marmorino. Dal momento che la muratura costituisce il suo supporto insieme all’arriccio (solitamente di cocciopesto), trasmette buona parte dell’umidità, compresi sali ed altre sostanze chimiche disciolte nell’acqua, al marmorino. Essendo più compatto e resistente di un intonaco normale (che è più poroso), il marmorino è pervenuto a noi in gran parte della sua estensione. Nelle mie visite (3-4 negli ultimi 2 anni) ho comunque potuto costatare un visibile peggioramento del suo stato di conservazione. Le efflorescenze saline si fanno sempre più estese in superficie e stanno per cancellare irreversibilmente le decorazioni a fasce e motivi vegetali del marmorino rosso situate sulle scale d’accesso alla struttura. Anche il nastro rosso che corre sotto la cornicetta in stucco delle pareti dell’ambulacro risulta sempre più evanescente.
I bordi dell’intonaco intorno alle lacune hanno perso la loro coerenza e rischiano di cadere. Anche la cornicetta in stucco si presenta molto lacunosa e degradata dalle condizioni ambientali sfavorevoli.
Quanto ai frammenti di pavimentazioni, si trovano costantemente bagnati: La terracotta perde coerenza strutturale e viene aggredita da muffe ed alghe. Altrettanto vale per il mosaico, le cui tessere lapidee sono comunque molto più resistenti.
Per i frammenti architettonici disposti sulle pareti e all’interno dei vani citati, si presentano problemi simili.
3. Interventi urgenti per la salvaguardia del monumento
1. Deumidificazione degli ambienti
La causa principale del degrado del Criptoportico è la perenne umidità con periodici allagamenti di alcune zone dei locali durante e dopo piogge insistenti.
E’ necessario provvedere al più presto per un sistema di aerazione efficiente
(vedi relazione generale).
Bisogna riaprire il pozzetto nell’ambiente C ingrandendolo opportunamente: questo darà la possibilità di usufruire del canale romano già esistente.
Levare la pompa dall’ambiente D e riposizionarla nel giardino vescovile alla confluenza del canale romano con il suo collettore E, dove potrà scaricare all’esterno l’acqua in eccesso che verrà fermata ad almeno un metro al disotto delle fondazioni della muratura.
2. Rimozione dei sali e pulitura delle superfici
Una volta messi in atto tutti gli interventi per la deumidificazione si può procedere alla rimozione dei sali presenti sul marmorino con impacchi di acqua demineralizzata.
Poi si effettua una leggera pulitura in superficie, che sarà probabilmente già facilitata dai precedenti impacchi.
Il metodo più adatto si troverà con prove di pulitura.
3. Consolidamenti
Dove necessario bisognerà consolidare zone distaccate dal supporto con iniezioni di maltina riaggregante. Le zone che si presentano polverulente devono essere consolidate con silicato di etile o simili.
4. Sigillatura dei bordi dell’intonaco
I lembi del marmorino intorno alle lacune sono da sigillare con una malta fine composta di polvere di marmo e grassello per evitare ulteriori perdite.
Lo stesso procedimento vale anche per la cornicetta che corre sotto l’imposta della volta.
5. Procedimento particolare per il marmorino rosso decorato
Particolare attenzione richiede il marmorino rosso sulle scale originali d’accesso al criptoportico. E’ l’unica zona di marmorino colorato e decorato pervenuto fino ai nostri giorni, ma presenta distese efflorescenze saline che hanno aggredito e continuano ad aggredire l’intonaco, rendendo sempre più difficoltosa la lettura delle decorazioni a motivi vegetali gialli e fasce verdi sul fondo rosso.
E’ da considerare uno stacco di tutta la parte a sinistra (est) della penultima rampa di scale prima dell’ingresso all’ambulacro. Dopo i necessari interventi conservativi (rimozione dei sali, pulitura, consolidamento del marmorino e delle decorazioni in superficie) si può comunque pensare a rimetterla in situ con il suo nuovo supporto distaccato dalla muratura sottostante.
Meglio ancora sarebbe predisporre uno spazio situato più in alto e dunque più asciutto per esporre il marmorino staccato e gli altri reperti trovati durante lo scavo del Criptoportico e che attualmente sono nei depositi del Museo Naturalistico ed Archeologico di Santa Corona.
6. Elementi lapidei
In ultimo si può procedere ad una pulitura e consolidamento ove necessario dei frammenti lapidei.
7. Interventi di integrazione materiale e pittorica
Si tratta di interventi non strettamente urgenti, ma di interventi estetici che facilitano la lettura delle superfici di marmorino.
Almeno le lacune di piccola misura si possono chiudere con uno stucco a marmorino, costituito di grassello da calce e polvere di marmo simile all’originale. Sulle superfici rosse si può procedere anche all’integrazione pittorica.