Nell’antichità esistevano carte geografiche di diverso tipo, essenzialmente militari,
poiché come ricorda Publio Vegezio Renato, vissuto alla fine del IV sec. d.C. ed autore di una “Epitoma rei militaris”, rammenta l’esistenza di due classi di carte itinerarie quando scrive che :
« un comandante deve innanzi tutto possedere itinerari assolutamente precisi di tutte le regioni, nelle quali si conduca una guerra, così da conoscere bene le distanze fra i diversi luoghi non solo per il numero delle miglia, ma anche per la situazione viaria; deve esaminare le scorciatoie, le deviazioni, i monti, i fiumi, che devono essere fedelmente descritti; addirittura i comandanti più abili assicurano di aver posseduto itinerari delle provincie, dove la necessità li aveva portati, non solamente scritti (itineraria adnotata), ma anche disegnati (itineraria picta), per poter scegliere, al momento della partenza, il cammino non solamente con la mente ma anche con la vista».
A questo genere di carte stradali, chiamate appunto Itineraria picta, cioè Itinerari disegnati e colorati che rappresentavano graficamente il terreno, la sua conformazione fisica, la situazione antropica e itineraria e, entro certi limiti, il reciproco rapporto di posizione fra le varie località, appartiene la Tabula Peutingeriana. Con questo nome viene oggi indicata la copia medioevale, attualmente conservata nella Biblioteca Nazionale di Vienna, di una carta risalente all’età romana, che descrive tutto il mondo conosciuto dagli antichi.
La parte qui presentata appartiene al segmento III e IV ed indica grossomodo il territorio occupato dai Veneti nell’epoca romana.
complimenti! essenziale e ben fatto..continuate così